CURIOSITÀ SUI TAROCCHI PARTE 3


 IL GIOCO DEI TAROCCHI TRA CULTURA DI CORTE E CULTURA POPOLARE:


Le carte sono come le foglie della Sibilla: mischiate e distribuite "a caso". contengono nondimeno ciascuna il loro messaggio che raggiunge chi deve

esser raggiunto proprio e solo da quello e non da altri.

Il numero delle carte è limitato, non diversamente dai fonemi e dai mitemi dei quali tratta il Levi-Strauss:

ma, come da un limitato numero di fonemi l'uomo parte per la costruzione di un numero praticamente illimitato di parole, di discorsi, di dialetti, di lingue, e da un ristretto numero di mitemi basilari nascono, attraverso differenti combinazioni, sistemi mitici di numero illimitato, allo stesso modo le carte contengono nei loro 22 Arcani Maggiori e nei loro 56 Arcani Minori, con le loro figure, i loro colori, il loro numero, una potenzialità di narrazione-previsione di "destini incrociati" praticamente infinita.

E tutto si regola sulla base della legge che vuole che ogni atto sia in realtà una scelta, e che ad ogni scelta ci si trovi regolarmente dinanzi a un cammino che quanto meno si biforca, in un' infinita struttura ad albero.


Le carte vengono distribuite secondo la "fortuna" o la "Sfortuna" di chi le riceve: al tempo stesso, però, il loro uso nel gioco - che dipende dalla "virtu" e dalla "sapienza" di chiunque le manipoli - rimette tutto in discussione e può capovolgere qualunque responso iniziale.

Al pari delle stelle, le carte inclinano ma non determinano: dialogare con loro significa prendere atto dei precondizionamenti del destino, accettarli nella loro realtà, ma impegnarsi al tempo stesso a piegarli quanto possa essere possibile alla propria volontà.

Oltre che strumenti di un gioco, esse restano ciò nondimeno anche strumenti divinatori: e allo stato attuale delle cose resta impossibile decidere se esse siano sorte in ambiente cortese o in ambiente popolare. La struttura mentale e simbolica sottostante al gioco delle carte è senza dubbio quella della ruota della fortuna tanto presente nel gioco dei tarocchi da essere, secondo il parere di alcuni, alla base dello stesso etimo della misteriosa parola che li indica e che peraltro resta incerto. Ma la logica del discorso petrarchesco dei Trionfi, ispirato a quello della varitas vanitatum, sembra una logica almeno concettualmente parlando ascetica: mentre alla base del gioco delle carte c'è una volontà dura di piegare la sorte, di vincere nel gioco della vita, di affrontare il destino e batterlo.

22 Arcani Maggiori, articolati nelle tre serie di settenari ai quali sfugge il Matto, sispirano a una tipologia simbolica che, come più volte è stato notato, rinvia al sistema delle Sette Virtù (le tre teologali e le quattro cardinali). 

È evidente che dinanzi a grandi figure archetipiche come l'Imperatore, il Papa, gli Amanti, il Carro, la Giustizia, la Torre e via dicendo, la Selva dei riferimenti, degli attributi, delle reminiscenze diviene inestricabile e qualunque variabile possibile: tanto più che non vanno dimenticati né il carattere ludico del gioco al quale le figure servono, né l'ampio margine di scelta tematica e al limite d'arbitrio che poteva presentarsi, in questo tipo di iconografia voluttuaria e "minore". In altri termini, bisogna guardarsi dal giudicare i tarocchi come si giudicherebbero gli apparati simbolici di una pala d'altare o di un affresco celebrativo sulle pareti di una cattedrale o di una sala principesca.



Vi ringrazio per aver letto il mio blog e spero vi sia piaciuto perché questo argomento mi ha incuriosita un sacco e volevo condividerlo con voi. Le informazioni le ho reperite tramite un libro preso in biblioteca e la composizione d’immagini che ho inserito le ho create io con un programma per farle risaltare (ovvero la cornice, i colori e il carattere di scrittura). 



Commenti

Post popolari in questo blog

RECENSIONE CON SPOILER “SANGUE E CENERE (BLOOD AND ASH #1)” DI JENNIFER L ARMENTROUT

RECENSIONE SPOILER “ IL POTERE- TITAN SERIES #2 “ JENNIFER L ARMENTROUT

RECENSIONE CON SPOILER “TI RITROVERÒ ADELINE (IL GATTO E IL TOPO #2)” DI H.D.CARLTON