PARLIAMO DEL GIAPPONE (sesta parte)
IL CASTELLO DEL CORVO
I daimyo (signori feudali) edificarono il castello di Matsumoto che sopravvisse presso la città omonima. Viene chiamato così per via della sue mura nere e delle ampie tettoie che sembrano ali pronte a dispiegarsi, questa imponente struttura conserva intatta la forza della sua mole che si staglia sullo sfondo delle montagne imbiancate, la sua struttura basata su un imponente mastio centrale circondato da un ampio fossato, all’interno la struttura si suddivide in vari piani, tra i quali due dei più alti erano destinati al signore feudale, come residenza e punto strategico da cui dominare l’area circostante.
OGIMAKI
Dove si possono ammirare i tradizionali casali dal tetto in paglia realizzati in stile gossho-zukuri (che significa letteralmente mani giunte).
Molte di queste costruzioni hanno più di due secoli e rappresentano una testimonianza straordinaria dell’antica cultura locale, tanto da essere stati dichiarati dell’UNESCO patrimonio dell’umanità.
L’aspetto di questi edifici deriva dall’esigenza pratica di creare delle strutture in grado di resistere agli inverni rigidi della zona.
Nei mesi più freddi dell’anno sono ed erano infatti colpite da forti nevicate: le strutture delle case con i tetti sapientemente inclinati di circa 60° per far scendere la neve e ricoperti di paglia non restavano così danneggiati I casali ospitavano famiglie composte da più di 20 persone e si sviluppavano su due oppure tre piani pensati per soddisfare al tempo stesso esigenze abitative e lavorative.
Gli spazi dei piani superiori venivano utilizzati per svolgere attività artigianali per esempio l’allevamento dei bachi da seta.alcune ancora oggi sono abitate ma molte sono state trasformate in ristoranti e musei illustrano alcune attività tipiche della zona, come la preparazione della carta washi (carta fatta a mano utilizzando le fibre vegetali del gesso da carta o pure fibre di bambù, canapa, riso e frumento) o della polvere da sparo.
IL MERAVIGLIOSO GIARDINO DI KANAZAWA
Affacciata sul mare del Giappone si trova una città dove il vasto patrimonio artistico e architettonico, con le abitazioni storiche, le botteghe, i locali, i giardini e i piccoli tempi, si è perfettamente conservata nel tempo.
Essa di presenta come una città museo, nelle sue strade si respira un mondo scomparso dove le vite delle geisha e dei samurai correvano secondo i loro ritmi quotidiani.
Il Kenrokuen di Kanazawa è conosciuto come il giardino delle sei qualità: posizione defilata, ampiezza, corrispondenza ad antichi esempi di giardini, abbondanza d’acqua, vastità di panorami, copia molto fedele di un paesaggio naturale.
A causa delle abbondanti nevicate gli alberi vengono protetti con strutture coniche formate da lunghi pali di bambù e numerose corde chiamate yikitsuri, risalenti all’inizio del periodo Edo.
IL KANKAKU-JI
Il tempio del padiglione d’oro fu fatto costruire da uno shogun, che diede ordine di farne un tempio zen alla sua morte.il nome di questo tempio buddista deriva dalla foglia d’oro con cui è ricoperto il padiglione alla fine di esaltare la purezza e la ricchezza spirituale del sito.attualmente è stato ricostruito nel 1955 e fu di nuovo ristrutturato nel 1987 utilizzando 20 kg d’oro trasformati in 200.000 fogli di metallo prezioso.
Il padiglione d’argento il suo progetto non fu realizzato dal sogno dello Shogun deriva il nome del padiglione.
Il Kiyomizu-Dera edificio attuale fu costruito durante lo shogunato di Tokugawa Iemitsu, per edificarlo non è stato utilizzato neppure un chiodo. Il nome deriva dalla fonte ( kiyomizu che significa acqua pura) che si trova all’interno del complesso e da cui bevono i numerosi pellegrini che giungono per pregare la statua a 11 teste della dea Kannon.
NEI DINTORNI DI KYOTO
La foresta di bambù si trova uno dei tempi più importanti di Kyoto il Tenryu-ji edificato nel XIX secolo al centro di un meraviglioso parco, fu progettato per calmare lo spirito, secondo i principi zen. Oggi è sede della scuola di buddismo zen rinunziai, ritiene l’illuminazione un evento improvviso che si può raggiungere sia mediante la meditazione seduta (zenen) sia mediante l’uso dei koan, affermazioni o domande e musiche e paradossali, non comprensibili con l’intervento della ragione, ma solo grazie all’intuizione.
Vi ringrazio per aver letto il mio blog e spero vi piaccia questo nuovo format perché adoro il Giappone e volevo condividerlo con voi.
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